
L’ISOLA CHE NON C’È di Edoardo Bennato

Edoardo Bennato pubblicò questa canzone nel 1980 con un album dedicato proprio alla fiaba, o meglio, al romanzo di Peter Pan: “Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere” scritto da J. M. Barrie nel 1911. Nell’album infatti, ci sono altre canzoni dedicate ai personaggi di questa narrazione fantastica, come Capitan Uncino, o gli stessi coccodrilli che attaccarono lui e i suoi pirati. Insomma era un concept album, ovvero incentrato su un’unica storia, quella di Peter Pan e la sua isola che non c’è.
Lo stile dell’album era piuttosto variegato, spaziava dal rock al pop e melodico in base alle esigenze musicali dell’artista, al concetto espresso nei testi. Fu l’album più venduto dell’anno, quello della sua uscita, nonostante Bennato l’avesse alquanto smitizzato intitolandolo Sono solo canzonette, però era così legato a questo progetto musicale che ne ideò egli stesso la copertina.
Nella canzone L’isola che non c’è il riferimento all’isola di Peter Pan (Neverland) è chiarissimo, e ne emerge un palese scontro tra ragione e fantasia, una sorta di disillusione nei confronti dei luoghi magici che purtroppo non esistono. O, più che altro, si è convinti che non esistono, una volta cresciuti, una volta diventati adulti e quindi viventi in una condizione più pratica, più razionale, dove si guarda tutto con occhi diversi, con occhi disincantati appunto.
Però, malgrado il ritornello asserisca che sì, è vero, l’Isola che non c’è, non c’è, ne fa anche una specie di paragone con la vita reale, perché resta comunque un ideale, una speranza, un sogno, giacché in quell’isola non ci sono i ladri e non c’è guerra. Rappresenta dunque la speranza per il mondo in cui viviamo, che magari un giorno potrebbe diventare così.
Il brano inoltre, è quasi un monito per coloro che sono eccessivamente seri, posati, fin troppo equilibrati, e che hanno pertanto perduto la capacità di volare con la fantasia, di lasciarla libera a dispetto di tutte le convenzioni, le convinzioni e le praticità della vita. Bisogna credere in quell’isola, bisogna continuare a cercarla anche se ti prendono per pazzo, perché soltanto in questa ricerca è possibile trovare la felicità. Solo con la fantasia.


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