Da dove proviene la fame nervosa e il sistema per eliminarla
Tecnicamente, la fame nervosa viene definita “carbo craving”: in pratica è una dipendenza da zuccheri semplici, che scatena una voglia sempre più incontrollabile di mangiarne. Questo perché, l’assunzione di zuccheri semplici provoca un immediato piacere al nostro cervello, pacificandolo, dunque quando l’effetto svanisce ne sentiamo subito il bisogno, proprio come quando si è dipendenti da una qualsiasi droga, che provoca crisi di astinenza se non l’assumiamo prestamente.
Si crea una sorta di assuefazione, ma se pensiamo che non sia nociva come quella causata dalle sostanze chimiche siamo in errore, poiché ogni tipo di esagerazione fa comunque male all’organismo. Nel caso di un eccesso di zuccheri, come sarà ben noto, si possono manifestare a lungo andare accumuli di zuccheri nel sangue che portano inevitabilmente a patologie gravi come il diabete, o come minimo un’obesità cronica da cui, se si è avanti con l’età e pertanto sia ha un metabolismo basale più lento, risulta difficile liberarsi.
Il rimedio più immediato è di disinnescare questo meccanismo automatico che esce dal nostro controllo, dato che talvolta non ce ne rendiamo neanche conto, mangiando in continuazione in maniera meccanica e involontaria. Dobbiamo agire sul nostro cervello, specie attraverso i cibi, di modo che si spezzi questa sorta di catena infernale.
Le nostre abitudini alimentari devono cambiare, e il primo passo è di evitare l’assunzione di zuccheri semplici, come caramelle, merendine, dolcetti di vario genere, sostituendoli con i carboidrati complessi e con pasti regolari, in modo da mantenere un equilibrio nell’apporto degli zuccheri ed attenuare l’irrefrenabile bisogno di glucosio, da parte del nostro cervello.
Ove ciò non sia possibile, per il nostro stile di vita, si può ricorrere all’attività fisica, che da questo punto di vista è abbastanza efficace. Lo sport scarica lo stress e il nervosismo, quindi automaticamente toglie quella smania di spizzicare a destra e a manca durante la giornata. Inoltre, se abituiamo il nostro corpo ad una vita sana e attiva egli risponderà modificando le sue esigenze, soprattutto in campo alimentare, prediligendo nutrirsi di cibi nutrienti e poco nocivi.
Se lo abituiamo a prendersi cura di sé, esso automaticamente rifiuterà quel cosiddetto cibo spazzatura, ovvero quella categoria di alimenti che hanno scarso apporto nutrizionale ed un elevato apporto calorico, alterando il metabolismo se ingeriti in maniera eccessiva. Non si parla solo di zuccheri ma anche di salatini, snack, patatine, che tra l’altro vanno a peggiorare la condizione di chi soffre di ritenzione idrica.

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